Diario di viaggio

ENRICO

6 novembre 2012

Carissimi Vincenzo, Alice e Sara,

vi ringrazio ancora una volta, colmo di gratitudine per come ci avete accompagnati da autentici angeli custodi.

In questi primissimi giorni dopo il ritorno, soprattutto una cosa è rimasta attaccata alla pelle, ed è la cosa da cui parto nel raccontare a chi mi chiede.

Durante i giorni in Terra Santa io ho vissuto, vissuto!!!

Ero presente a me stesso e alla realtà, come forse mai in vita mia.

Nulla di quel che contava (e ce n’era eccome di “roba” che contava…) è andato perduto, in ragione di tre fattori: Cristo presente, la realtà presente, il mio io presente (quest’ultima cosa è un’autentico dono concessomi, solo in piccola parte derivato dal mio balbettante sì).

Certamente la condizione dei giorni passati insieme era particolarmente privilegiata, ma non può non emergere un giudizio anche per il quotidiano.

Eccolo: ho percepito come non mai la differenza tra il vivere e il non vivere… e quest’ultima cosa permea costantemente il mio quotidiamo passato quasi sempre a “giocare al ribasso”…

Ma bando a qualsiasi moralismo inutile.

Io ho vissuto, io c’ero, c’ero!!! Come accontentarsi di un quotidiano meno di questo? Impossibile!!!

Cacchiarola, Vincenzo, quando dicevi che dalla Terra Santa non si torna uguali a prima… sì, non si puo più far finta di niente, è un punto di non ritorno…

Da bravi angeli custodi, vi chiedo una preghiera perchè il mio sì diventi nel tempo forma normale del quotidiano (visto che Cristo presente e la realtà presente non vengono mai meno…)

Voglio vivere, vivere!!!

Vi abbraccio, carissimi

Enrico P. – MILANO

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