Diario di viaggio

IGNAZIO

6 novembre 2012

Cari Vincenzo, Alice e Sara

il viaggio in Terrasanta è stato bellissimo!  Don Eugenio ci ha fatto amare ancora di più Gesù. C’e lo ha reso presente perchè ci trattava come ci avrebbe trattato Gesù.
Tu Vincenzo ci hai richiamato continuamente al senso del nostro pellegrinaggio (ma quante cacchio di robe sai??) Le due meravigliose Alice e Sara ci hanno accudito con una tenerezza come neanche il bue e l’asinello hanno fatto con Gesù (lascio a loro decidere chi fosse il bue e chi l’asinello).
In tutta qs vostra custodia che impressione è stato poter toccare e baciare il luogo dove è nato Gesù.
Intuire che è venuto per me.

Che chiede solo me.

Infatti in questi giorni pieni di luoghi, di chiese, di moschee, di musulmani, di ebrei, di storia e geografia, in questi giorni di tante spiegazioni ed evidenze, sembra rimanere, davanti a quella grotta, solo la Sua domanda: ma tu Ignazio mi vuoi bene?

E posso rispondere solo Io!!

Grazie ancora e ciao a tutti, Ignazio

 

16 novembre 2012

Carissime Alice e Sara (dai và là, anche carissimo Vincenzo) Il viaggio in Terrasanta mi ha come fatto balzare ai miei occhi ciechi che«Dio ha parlato, ha veramente rotto il grande silenzio, si è mostrato! ma come possiamo far arrivare questa realtà all’uomo di oggi, affinché diventi salvezza?» (Benedetto XVI 8 ottobre 2012).

Qualche giorno fa ho passatoi delle ore con un cliente ed ad un certo punto ho cominciato a parlargli del pellegrinaggio. Non è certo ateo, ma non sapeva neanche del miracolo di Cana, dell’acqua trasformata in vino!

Il mio racconto dei luoghi si è presto trasformato nel racconto della vita di Gesù, della sua persona, del suo porsi nel mondo. Non mi era mai capitato! Al massimo ho fatto ragionamenti su Gesù! Pensate che miracolo ha fatto questo viaggio con voi. Come ha toccato il mio cuore.

E ho raccontato per molto tempo e il mio cliente continuava a domandare di Gesù.

Il Papa aveva anche detto: «Noi non possiamo fare la Chiesa, possiamo solo far conoscere quanto ha fatto Lui. La Chiesa non comincia con il “fare” nostro, ma con il “fare” e il “parlare” di Dio.>>

Era quello che stavo facendo senza saperlo, ed era quello che questo amico inaspettatamente attendeva.

E più raccontavo a lui e più invece raccontavo a me stesso, domandavo a me stesso: ma tu credi, igna tu credi che è per te?

Ho anche capito che sarebbe meglio fare meno discorsi e ramanzine ai miei figli ed invece raccontargli di Gesù! Questa sarebbe vera educazione, anzi vero amore per i figli.

Vi voglio bene!

Ciao igna

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